IL CORAGGIO DI RICOMINCIARE (LUCA 5:1-11)
I fallimenti sono stati, sono e saranno un ‘esperienza costante nell’uomo. Nessuno ne fa eccezione,così anche il credente è soggetto al fallimento.
Quante volte ci siamo ripromessi di non cadere negli stessi sbagli per il nostro bene, per il bene della nostra famiglia e per il nostro Signore, ma poi ci siamo ritrovati nella stessa condizione non trovando più la forza di reagire.
Ebbene, anche se tutto ciò capita nella tua vita, occorre il coraggio di ricominciare.
La vicenda di questi uomini, citati nell’Evangelo di Luca, ci parla di una grande fatica, l’intera notte era stata passata in mare aperto,tra il buio,il pericolo e l’insonnia ma senza alcun risultato. Delusi per non aver pescato nulla, ormeggiata la barca,lavavano le reti. Chissà quali pensieri balenavano nella loro mente, forse era il caso di provare a pescare in un nuovo posto……
Quante volte ci siamo ritrovati in questa condizione,malgrado le nostre forze, l’impegno, la consacrazione, il risultato è stato così deludente da mettere in dubbio ogni cosa e da non riuscire più a ricominciare.
Ritornando alla storia, mentre i pescatori erano assorti nei loro pensieri,si avvicina Gesù, sale su una barca e trasformandola in un pulpito inizia a parlare alla folla.
La Parola del Signore crea l’attenzione in un cuore desideroso e disposto a recepire il suo messaggio. La Parola è autorevole e se noi siamo degli uditori attenti, Essa crea la fede, la forza e il vigore.
Molte volte siamo distratti ma quando ci ritroviamo nella prova,nella difficoltà, la nostra attenzione diventa massima.
La Parola è una promessa eterna .Nella propaganda elettorale, ogni politico usa la parola per esprimere le proprie idee, per promettere condizioni di vita migliore, ma usualmente le promesse rimangono parole al vento, mentre le promesse di Dio sono sempre fedeli, attuali e ci portano a scoprire la sua grazia.
La Parola svela i segreti del cuore e mette a nudo i nostri pensieri; forse ci sta incoraggiando, esortando o rimproverando, ma Essa arriva dove nessuno può arrivare, nell’intimo del cuore.
Questo è ciò che è accaduto a questi pescatori: erano scoraggiati, tristi, lì sulla riva, quando il loro cuore è stato contatto da Gesù che dice a Simon Pietro “Prendi il largo e getta le reti per pescare”.
E’ come dire “ forza, alziamoci, muoviamoci!” Pietro non comprende, Gesù gli sta dicendo di fare qualcosa di illogico, ritornare nello stesso luogo e anche di giorno!Lui che è un esperto pescatore sa che il momento ideale è la notte! Nondimeno Pietro ubbidisce e risponde “Maestro tutta la notte ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla, però secondo la Tua Parola, getterò le reti”.
A volte il Signore ci riporta indietro per ricominciare.
Nell’Antico Testamento abbiamo anche la storia di Elia che dopo aver riportato tante benedizioni e vittorie nel nome dell’Iddio Altissimo, fugge nel deserto davanti alle minacce di Izebel. Impaurito implora Dio di prendere la sua vita poiché egli non vale più dei suoi padri. Grazie a Dio che il nostro Signore non ascolta tutte le nostre preghiere! Così con grande amore, un angelo lo tocca e lo esorta ad alzarsi per mangiare, bere e ricominciare il suo cammino a ritroso. Elia dovette ritornare indietro camminando per quaranta giorni e quaranta notti.
Noi uomini mortali siamo limitati, non riusciamo a guardare oltre, ma se L’Iddio Onnisciente che vede ciò che noi non riusciamo a vedere,ci ordina di metterci in marcia, di proseguire il cammino anche fosse per tornare indietro, allora rispondiamo “ SIA FATTO SECONDO LA TUA PAROLA”. Spesso la ribellione nell’uomo è innata, egli disubbidisce alle autorità, ai genitori, agli insegnanti, usa la furbizia per non sottostare a regole e leggi. Dio ci parla del continuo e ci consiglia cosa fare, mentre l’ostinatezza dell’uomo molto spesso prevale, rigettando il Suo volere.
In primis Egli desidera l’ubbidienza. In I Samuele Dio usa parole dure contro il re Saul quando egli Gli disubbidisce dicendo” L’ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più del grasso dei montoni; infatti la ribellione è come il peccato della divinazione e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dei domestici. Poichè tu hai rigettato la parola del Signore, anch’Egli ti rigetta come re”. Non prendiamo esempio dai ribelli, ma da uomini che sono stati fedeli alla Parola, affinché un giorno potremo sentire “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.
Il coraggio di ricominciare non sempre è piacevole, porta in sé quel senso di sconfitta che il nemico è sempre pronto ad evidenziare, ma noi possiamo ancora sperare nella grazia di Dio.
Egli ci ricorda che quando siamo deboli, allora siamo forti col Suo aiuto.
Anche se non comprendiamo vogliamo dire e fare per fede ciò che Egli ci dice.
Ma c’è di più. Soltanto dopo aver ubbidito al comando del Signore potremo gustare il privilegio di diventare pescatori d’uomini e vivere quell’elevazione spirituale che Dio ha promesso ai Suoi figli.
Geremia Cammarano