Mileva

Sono nata in Albania, quando ancora quella nazione viveva sotto il giogo del comunismo, quando la chiesa, solo perché tale, veniva perseguitata e dove l’unico culto doveva essere reso allo stato. Sono cresciuta in quel tempo di incertezze e privazioni sociali, ma nonostante tutto mi sono avvicinata alla conoscenza di Dio, avendo ricevuto insegnamenti cattolici e, con essi, anche il timore per un Dio che governa tutte le cose. L’istruzione, è uno dei concetti cardini della politica comunista e, se non altro, fa in modo che l’accesso agli studi possa essere ad appannaggio della maggior parte della popolazione, cosi, dopo aver conseguito il diploma delle scuole superiori, ebbi la possibilità di potermi iscrivere all’università. Li, in quel nuovo ambiente accademico, incontrai Nina, una ragazza evangelica.

Io non lo sapevo allora, ma il Signore, iniziava a manifestarsi e a guidare la mia vita.

Nina, come tutte le amiche e, maggiormente, come una buona osservatrice della Parola di Dio, mi stava vicino non solo fisicamente, ma anche spiritualmente ed umanamente, fino al punto di attraversare insieme a me, uno dei periodi più dolorosi della mia vita, nella sua presenza, vicinanza e costanza, riconosco che il Signore la usava come uno strumento per manifestarmi il suo amore e la sua protezione.

Nina, mi condusse con lei in chiesa e, maggiormente, mi regalò una copia della Bibbia, la quale iniziai a leggere e che conservo tutt’ora e tutt’ora sfoglio. Ogni volta che la apro, non solo trovo le parole di Dio, ma la mia mente ritorna a quella cara sorella, così da poterne assaporare il ricordo.

Ma nonostante ciò, il mio cuore di allora rimaneva sempre chiuso, aveva avuto un assaggio della verità ma non avevo ancora realizzato lo strumento per poterlo scardinare ed aprirlo alla verità, quindi continuavo a frequentare la chiesa cattolica.

Nell’anno 2007, come miei molti connazionali prima di me, intrapresi il viaggio che mi avrebbe portato sulle coste italiane, avendo il bisogno, la voglia e la determinazione, di migliorare le mie condizione economiche di famiglia. Purtroppo, come succede spesso, le speranze e la gioia per un futuro migliore, gustato attraverso i racconti e le esperienze degli altri, si scontrano con la cruda realtà e così, con mio marito Arty, in questa nuova terra trovai ad aspettarmi privazioni, dolori e sofferenze.

Ad aggravare tutta questa situazione di disagio, fu un tragico evento che colpì la mia famiglia, infatti mio marito, in quel periodo fu vittima di un incidente che lo lasciò vivo per miracolo, essendo egli stesso per un periodo breve ma intenso, rimasto in stato di coma. A questo si aggiungeva l’interruzione dei rapporti affettivi con i miei familiari in Albania anch’essi dovuti a gravi motivi.

Passarono sei anni, sei anni nel quale mi trascinavo nel dolore e nella depressione che immancabilmente si impadronisce di chi cerca di risolvere la vita con le proprie forze, sei anni. Poi il Signore stabilì che fosse tempo di dare una scrollata al mio cuore, alla mia anima e per questo, come ai tempi dell’università, usò una sua figlia. Nell’autunno del 2013, il mio telefono squillò, e all’altro capo vi era Dorì, una mia amica di infanzia, un’amica con il quale avevo trascorso parte dell’allora mia acerba vita e con la quale avevo affrontato i primi passi in un mondo reso duro da un regime politico soffocante. Dorì, con grande gioia, mi comunicava che aveva ricevuto il Signore, si era convertita a Cristo e mi raccontava di come la sua vita era in costante e migliore cambiamento. “I miei testimoni siete voi, dice il Signore, voi, e il mio servo che io ho scelto, affinché voi lo sappiate, mi crediate, e riconosciate che io sono. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me, non ne verrà nessuno” (Isaia 43:10). Dorì, non solo aveva testimoniato la sua fede, ma mi aveva anche invitata ad andare in una chiesa evangelica, chiesa nella quale mi trovai bene parecchi anni prima e, questo, la mia mente e il mio cuore lo ricordavano.

Ci sono date, nella vita di una persona, le quali rimangono indelebili nei ricordi, e il 15 dicembre di quello stesso 2013, è una di queste. Invogliata anche da mio marito Arty, per la prima volta il mio piede traversò l’ingresso della chiesa evangelica di La Spezia. Ero in cerca di pace, di tranquillità, non solo le trovai, ma ricevetti anche disponibilità, consigli, umanità e soprattutto amore da tutti. Da tutti, fratelli e sorelle e da quel momento i miei occhi si aprirono e scoprii che quell’amore proveniva da Dio e dopo i miei occhi si aprì anche il mio cuore e ricevetti una nuova luce, quella del Signore Gesù che si manifestava potentemente in me.

Ripresi a sfogliare la mia vecchia Bibbia, la leggevo con un approccio diverso, iniziai a scavare tra le sue righe e, disciplinata dallo Spirito Santo, mi rendevo conto delle cose superflue che non appartenevano al Signore, così iniziai a fare una sorta di pulizia, che non comprendeva soltanto il mio cuore e la mia anima, ma anche l’ambiente in cui vivevo. Rivoltai casa mia e gettai via tutte le immagini e statue che usavo tenere come idoli di una religione che ormai non mi apparteneva più, svuotai le tasche di amuleti e quant’altro fosse in contrasto con la parola di Dio. Non avevo più bisogno di quelle cose, Gesù viveva e vive dentro di me e, ogni momento, lo posso trovare nel mio cuore, senza bisogno di altro.

Iniziai così a desiderare fortemente di testimoniare la mia appartenenza al Signore, facendo con Egli un patto in acqua, ma in uno studio, il Signore mi fece realizzare che prima di tutto, avrei dovuto riconciliarmi con la mia famiglia nativa i cui rapporti erano al quanto deteriorati. Il giorno seguente questo studio biblico, mia madre mi telefonò (quando il Signore ti indirizza a fare qualcosa, crea anche le circostanze affinché tu le possa fare), rimasi al quanto basita da quell’inaspettata telefonata e, presi al volo l’occasione per partire e riconciliarmi ma, soprattutto, testimoniare la mia fede alla mia famiglia nativa.

Così, dopo molto tempo, tutte le cose tornarono al loro posto, la mano di Dio l’ho gustata potentemente su di me, ancora adesso il Signore sta lavorando in modo meraviglioso la mia vita e quella di mio marito Arty, che oggi frequenta la comunità. Nella nostra casa, ora regna la pace, abbiamo gioia e serenità anche nei momenti difficili come accade in tutte le famiglie, ma il Signore ci sostiene e porterà avanti il suo piano per noi. E, poiché il Signore non lascia le cose in sospeso, dopo molti anni, mi rimise sulla strada Nina, la prima sorella che mi fece accostare alla verità, la ritrovai tramite un social network e ne fui molto felice, soprattutto perché potei raccontarle la mia testimonianza e il mio percorso dal tempo in cui lei mi parlò: “getta il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo lo ritroverai” (Ecclesiaste 11:1). Dopo avermi ascoltato lei mi disse: ” Il Signore, ha accolto le mie preghiere”.

Che Dio vi benedica.

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